PRODUZIONI

SKIÉS

Skiés è la pronuncia italiana della parola σκιές che in greco significa ombre. Diversi linguaggi medesimo significato. Ma tal significato è davvero così univoco? Cos’è in fondo l’ombra? Soltanto quell’area scura proiettata su una superficie da un corpo che, interponendosi tra la superficie stessa e una sorgente luminosa impedisce il passaggio della luce? Forse si, effettivamente questo è. Ma ciò non toglie che la concretezza di un fenomeno possa portare con sé molteplici significati e implicare tenta e differenti prospettive. Le ombre si distorcono, uniscono, alterano la figura della nostra corporeità. Due persone che si uniscono in un’ombra, o un’ombra stessa che si scinde e deforma. La visione è confusa, ciò che percepiamo spesso è differente da ciò che effettivamente produce questo gioco di luci; e spesso c’è, ci accompagna senza che lo sguardo la colga: cresce davanti e dietro a noi, si annulla sopra di noi. 
​Da sempre poeticamente utilizzata come metafora di altro, il concetto di ombra si presta ai molteplici significati, metafore e rimandi, che si legano a una certezza: essa è presente e accompagna corpo e luce nelle loro transizioni, sempre. 
Partendo da una tale concretezza, danzatore e spettatore entrano in un universo di suggestioni
comuni ed immersive: ci si stupisce della presenza stessa della propria ombra, la guardiamo, la si calpesta, ce ne riappropriamo e la distorciamo, per riconoscerla e riafferrmare la nostra unità con essa; ci giochiamo e ci entriamo in conflitto; si danza e si lotta per conquistare un’ombra che ci è necessaria per confermare la nostra presenza. Creiamo e ci accorgiamo di un’ombra che rappresenta la nostra completezza nei suoi frammenti: il passato che sta dietro di noi; le parti peggiori e migliori dell’individuo con i molteplici aspetti della propria personalità; il nostro cambiare nella continua interazione con il mondo che ci circonda, con le persone; la dualità di luce e oscurità e la necessità di comprendere tutto ciò, a volte per fuggirlo, a volte per renderlo nostro. Tante visioni e interpretazioni mutevoli, così come la luce, il movimento, e il senso che l’interazione dei corpi evoca.

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Skiés è la pronuncia italiana della parola σκιές che in greco significa ombre. Diversi linguaggi medesimo significato. Ma tal significato è davvero così univoco? Cos’è in fondo l’ombra? Soltanto quell’area scura proiettata su una superficie da un corpo che, interponendosi tra la superficie stessa e una sorgente luminosa impedisce il passaggio della luce? Forse si, effettivamente questo è. Ma ciò non toglie che la concretezza di un fenomeno possa portare con sé molteplici significati e implicare tenta e differenti prospettive. Le ombre si distorcono, uniscono, alterano la figura della nostra corporeità. Due persone che si uniscono in un’ombra, o un’ombra stessa che si scinde e deforma. La visione è confusa, ciò che percepiamo spesso è differente da ciò che effettivamente produce questo gioco di luci; e spesso c’è, ci accompagna senza che lo sguardo la colga: cresce davanti e dietro a noi, si annulla sopra di noi. 
​Da sempre poeticamente utilizzata come metafora di altro, il concetto di ombra si presta ai molteplici significati, metafore e rimandi, che si legano a una certezza: essa è presente e accompagna corpo e luce nelle loro transizioni, sempre. 
Partendo da una tale concretezza, danzatore e spettatore entrano in un universo di suggestioni
comuni ed immersive: ci si stupisce della presenza stessa della propria ombra, la guardiamo, la si calpesta, ce ne riappropriamo e la distorciamo, per riconoscerla e riafferrmare la nostra unità con essa; ci giochiamo e ci entriamo in conflitto; si danza e si lotta per conquistare un’ombra che ci è necessaria per confermare la nostra presenza. Creiamo e ci accorgiamo di un’ombra che rappresenta la nostra completezza nei suoi frammenti: il passato che sta dietro di noi; le parti peggiori e migliori dell’individuo con i molteplici aspetti della propria personalità; il nostro cambiare nella continua interazione con il mondo che ci circonda, con le persone; la dualità di luce e oscurità e la necessità di comprendere tutto ciò, a volte per fuggirlo, a volte per renderlo nostro. Tante visioni e interpretazioni mutevoli, così come la luce, il movimento, e il senso che l’interazione dei corpi evoca.